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Cursillos di Cristianità della Diocesi di Perugia


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"Dio Oggi. Con Lui o senza di Lui cambia tutto".

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Nei tre giorni scorsi si è sviluppato a Roma, nell’Auditorium di via della Conciliazione, un grande convegno dal titolo appunto: "Dio Oggi. Con Lui o senza di Lui cambia tutto" e a cui hanno partecipato oltre 2500 presenze con più di 50 relatori. Un convegno interessantissimo soprattutto se si pensa che oggi parlare di Dio per alcuni è scontato e per altri è superfluo o addirittura negativo. Interessante a mio avviso è stata la riflessione del card. Ruini che, quale presidente del Comitato sul Progetto culturale (proponente dell’incontro) della CEI, ha detto:
“La questione di Dio coinvolge inevitabilmente il soggetto che la pone, dato che essa ha a che fare con il senso e la direzione della nostra vita. Perciò anche la risposta all’interrogativo “fa differenza che Dio esista o non esista?” cambia profondamente a seconda che si tratti dei credenti o dei non credenti, sia atei sia agnostici. I credenti autentici rispondono che la differenza non solo esiste ma è grande e radicale – anzi, è la prima e la più grande –, riguardo sia al modo di concepire la realtà sia all’orientamento da dare alla nostra vita: per loro infatti Dio è l’origine, il senso e il fine dell’uomo e dell’universo. I non credenti invece possono differenziarsi nelle loro risposte, a seconda che ritengano la fede in Dio negativa, positiva o irrilevante per la vita dell’uomo e della società, ma propriamente parlando si riferiscono soltanto alla nostra fede in Dio, non alla realtà stessa di Dio, dato che secondo loro Dio non esiste, o comunque non possiamo sapere niente di lui, nemmeno se egli esista1. Non vi è dunque spazio per la neutralità: l’orientamento della vita si riverbera per tutti, credenti, atei, agnostici, sulla risposta e ancor prima sul peso che diamo alla domanda riguardo a Dio.”
Quindi per Ruini, e a mio modo di vedere molto giustamente, di fronte a Dio ci possono essere due sole strade: o quella dell’accettazione e quindi della ricerca del Padre che ci ama e che tutto avvolge della nostra vita, oppure quella del rifiuto. Ma capite bene che entrambe fanno discutere. La seconda addirittura dovrebbe far discutere ancora più della prima. Comprendendo bene questi concetti si può anche intuire quanto terreno fertile esiste per la nostra possibile evangelizzazione, che potremmo e dovremmo fare in tutte le direzioni. Bisogna studiare la strategia migliore da seguire, ma poi dobbiamo scendere in campo e mettere in pratica quello che abbiamo collegialmente deciso di attivare per essere fedeli al nostro mandato cursillista dentro la nostra Chiesa.
Mi piacerebbe tanto che su questo argomento si attivasse un bel dibattito a più voci. Che ne pensate? Vi aspetto, a colori, Agostino bounce bounce bounce

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